giovedì 10 maggio 2007

La crisi economica bonorvese

Il nostro paese vive una gravissima crisi economica da tantissimi anni. L’emigrazione, che pure ha radici lontane già dall’inizio del secolo scorso con le partenze verso il sudamerica, ha svuotato il paese a partire da metà degli anni 50 e per tutti gli anni 60.


Dal 1970 è proseguita lenta ma inarrestabile. Dal 1951 non si registra un solo anno che abbia chiuso con il saldo demografico positivo. La nostra economia fondamentalmente agricola si è trasformata ed ormai da diversi decenni è basata, principalmente, sull’allevamento brado degli ovini. Il secondo settore più importante dell’economia bonorvese è rappresentato dall’industria …… delle pensioni.


Le aziende agropastorali vivono in Sardegna, e quindi anche a Bonorva, una situazione di difficoltà e di crisi pesantissima. Il nostro latte viene trasformato, per la gran parte, in pecorino romano che ha il suo mercato tradizionale negli Stati Uniti. Sino a quando l’Unione Europea ha autorizzato l’integrazione del prezzo con sostanziosi contributi pubblici il nostro prodotto è riuscito a reggere la concorrenza. Oggi, con l’abolizione dei contributi che consentivano di praticare prezzi concorrenziali, siamo fuori mercato e non reggiamo il confronto con i formaggi argentini e sudamericani che hanno invaso il mercato statunitense.


Anche gli agnelli hanno un prezzo di mercato non remunerativo per i produttori. Qui ci troviamo spesso di fronte ad una forbice troppo ampia tra il prezzo a cui viene venduto l’agnello dai nostri allevatori ed il prezzo che viene praticato nelle rivendite delle città italiane ed europee. Per intenderci: la gran parte del valore aggiunto non rimane in Sardegna ed esso arricchisce mediatori e grandi organizzazioni commerciali.
Se la nostra industria agropastorale dovesse fallire, o solo ridimensionarsi, l’economia bonorvese sarebbe letteralmente in ginocchio e dovrebbe “campare” quasi esclusivamente dalle pensioni.
Io penso che si dovrebbe partire proprio da questo punto: trovare i modi per sostenere, trasformare e sviluppare l’economia delle nostre campagne.


Credo che questa possa essere una, anche se non la sola, delle strade da percorrere per uscire da questa crisi lunghissima e permanente.


Il nostro è un paese stanco e sfiduciato.


Negli anni 50 l’abbandono delle terre da parte dei nostri contadini ha dato il primo colpo alla nostra economia.


Se adesso dovesse esserci una nuova ondata di abbandono delle campagne da parte degli allevatori per noi sarebbe il colpo di grazia.


Per impedirlo dobbiamo fare qualcosa di straordinario tutti insieme.


Non è un problema che riguarda solo una categoria di lavoratori. Questo problema riguarda tutto il paese perché riguarda la sopravvivenza ed il futuro della stessa Bonorva.

26 commenti:

Anonimo ha detto...

argomento molto interessante e anche molto impegnativo. io non sono molto convinto della soluzione che viene proposta. non sarebbe meglio puntare sul turismo visto che abbiamo tantissimi monumenti? magari costruire un albergo di 80 o 100 posti può creare lavoro per i giovani. non mi sembra che la pastorizia possa andare molto avanti.

Anonimo ha detto...

io penso che la proposta è giusta. Bonorva non deve abbandonare la campagna e il comune dovrebbe aiutare i pastori a migliorare le aziende e a organizzarsi. magari a vendere gli agnelli senza passare dai grandi commercianti. e la cooperativa del latte perchè non riapre?

Anonimo ha detto...

Alcune strade che i pastori fanno ogni giorno per recarsi in azienda sono in completo abbandono questo è l'aiuto che il comune da agli allevatori. è inutile predicare bene e razzolare male. La pastorizia è un settore in crisi, sta succedendo quello che è successo all'agricoltura tanti anni fa, la politica non ha capito che non si può vivere solo dal terziario, ma secondo me ormai è troppo tardi!!

Anonimo ha detto...

condivido! bravo. se chiude la pastorizia Bonorva è finita. finalmente qualcuno che ha capito le cose fondamentali di questo posto. soltanto che non è facile dare soluzioni concrete. non basta il blog, purtroppo. comunque complimenti. S'Istentale

Anonimo ha detto...

le strade saranno anche tenute male e conta anche questo che crea disagio e spese maggiori. ma non penso che la pastorizia sia in crisi per le strade malandate. altrimenti nei comuni dove sono a posto i pastori dovrebbero essere tranquilli e invece mi sembra che il problema è lo stesso in tutta la Sardegna. comunque devono essere sistemate anche le strade, sono convinto anche io. Azul

Anonimo ha detto...

A quanto pare l'unico settore che non è mai in crisi a Bonorva è il bar...
Non vuole essere una polemica, ma una constatazione.
Si potrebbe fare tanto ma ora sono troppo stanca per pensarci, scriverò domani. Un'emigrata.

Anonimo ha detto...

io non credo che la pastorizia si possa considerare la base della nostra economia. per quanti anni la regione ha distribuito contributi per migliorare le aziende? forse era meglio dare contributi per artigiani o altre attività che possono fare posti di lavoro. nella pastorizia anche se migliorano quanta gente assumono? e i giovani che non sono figli di pastori cosa faranno?

Anonimo ha detto...

è vero le strade non sono la causa principale del malessere agropastorale, ma sono l'esempio di come la pstorizia sia abbandonata a se, se si dimostrasse maggiore attenzione nei confronti di questo settore proprio creando condizioni per poter lavorare sarebbe dun problema in meno!!

Anonimo ha detto...

hai ragione. anche le strade e la luce e l'acqua sono importanti per poter fare aziende moderne. naturalmente bisogna anche iniziare a pensare a come riorganizzare questo settore. ma non aspettando il comune o regione. chi ci lavora deve organizzarsi meglio e guardarsin bene attorno. servono cose nuove che si possono fare anche a Bonorva. Comunque se mettono a posto anche le strade, e questo lo deve fare il comune.

Anonimo ha detto...

Tu che dici che i giovani che non sono figli di pastori non hanno possibilità di andare in campagna sei sicuro di quello che dici??? Ma a te giovane del 2007 ti piacerebbe alzarti alle 4 ad accudire il bestiame?? Ti piacerebbe andare a lavorare tutti i festivi?? Forse hai parlato non sapendo la grande richiesta di allevatori che si ha in alcune aziende dove ormai i rumeni e i marocchini l afnno da padroni!!

Anonimo ha detto...

i contributi dati ai pastori caro montezemolo hanno permesso agli artigiani di lavorare.. oh non lo sai che le mungitrici le hanno fatte i muratori, cancelli finestre i fabbri..pensa prima di scrivere.. falla morire la campagna che poi ci facciamo due risate dalla fame!!

Anonimo ha detto...

io non voglio far morire la campagna. ho solo detto che non credo che sia la base economica fondamentale di Bonorva per il suo futuro. questo non significa che non sia un settore importante. Per il futuro di Bonorva io penso che si può pensare di più al turismo. abbiamo Mariani, le grotte, Rebeccu, i nuraghi. anche in costa smeralda prima avevano solo bestiame povero. adesso con il turismo hanno lavoro e più soldi. perchè anche a Bonorva non si può pensare al turismo?

Anonimo ha detto...

Ma puntare al turismo ma non solo, ma se muore la pastorizia Bonorva e la Sardegna avranno un tracollo economico indescrivibile1

Anonimo ha detto...

vOGLIO FARTI UNA DOMANDA?? COME SFRUTTERESTI MARIANI?? E CREDI CHE MAI BONORVA RIUSCIRà A SFRUTTARLO?

Anonimo ha detto...

ma allora perchè è stato comprato Mariani? avranno pure qualche progetto in comune, oppure no? ho saputo che stanno realizzando un grande museo del caseificio con un finanziamento della vecchia amministrazione. non può essere un modo per fare arrivare turisti?

Anonimo ha detto...

mariani è bellissimo, si potrebbero organizzare passeggiate a cavallo, corsi di ippo-terapia, qualcosa mannaggia!!!! Ci vogliono idee!! Ora che il mondo (ricco) punta al biologico, al turismo in luoghi incontaminati... A Bonorva abbiamo tante cose ma non vediamo al di là del nostro naso, semus abbeadoso e abbiamo sempre qualcuno a cui dare la colpa (che siano gli amministratori o Maria Manca!!)
Io direi: viaggiare e vedere cosa fanno in altri posti e provare ad adattarlo alla nostra realtà.

Anonimo ha detto...

Smettila con questa storia che si da la colpa agli amministratori o a Maria Manca non sei per niente simpatico io pubblico cittadino ho idee ma mi vuoi dire come faccio ad attuarle???

Anonimo ha detto...

Non senusu abbeaddoso nos gherene faghere diventare abbeaddoso cheste meda divesciu!!

Anonimo ha detto...

non ho capito a cosa si riferisce l'anonimo delle 08,49. a chi stai rispondendo? non ho trovato traccia nei commenti a questo post.

Anonimo ha detto...

A Bonorva abbiamo tante cose ma non vediamo al di là del nostro naso, semus abbeadoso e abbiamo sempre qualcuno a cui dare la colpa (che siano gli amministratori o Maria Manca!!)


Ho risposto a questo commento in cui si diceva che semus abbeadoso!! E io credo che tante vogliono farci diventare abbeadoso

Anonimo ha detto...

ho capito scusa, non avevo notato il riferimento

Anonimo ha detto...

Non si può lasciare morire un settore, come quello della pastorizia, perchè come ha detto qualcuno prima di me, se si sfascia un settore si sfaciano gli altri a seguire. A Bonorva, organizzandosi, si può fare tanto, puntando sul turismo e sui prodotti locali e non intendo solo il zichi. La nostra salsiccia credo che abbia un marchio, ma non vorrei dire cavolate, per cui non insisto.
Se un allevatore chiede i contributi per le mungitrici lavoreranno anche i muratori e i rivendori del materiale che serve per costruirla. Questo è un esempio. E non ci vuole la laurea in economia per comprenderlo. Ma è necessario comprendere anche che abbiamo terreno fertile nella piana di Santa Lucia che è praticamente lasciato andare.
In parte la colpa la dò alla vecchia generazione di allevatori, che diciamci la verità, ha vissuto di assistenzialismo, senza apportare migliorie ai fondi.
E' necessario pensare in grande, pensare di collegare tutti i sistemi economici che girano attorno a Bonorva. Compreso il terziario. Io non ho la verità in tasca e di economia capisco il minimi indispensabile, ma penso che per ottenere buoni risultati non basti aprire un albergo, in quell'albergo devono collaborare tutti, dai pastori, ai commercianti ai venditori di servizi.

Anonimo ha detto...

mi sembrano giuste le cose scritte da anonimo delle 13,13. anche se dici di non capire molto di economia io condivido il tuo ragionamento. bisogna creare una forza da tutte le attività del paese che devono lavorare in modo integrato.

Anonimo ha detto...

condivido anch'io. Chi semusu abbeadoso no creo! Forsi unu pagu...Ahahaha

Anonimo ha detto...

Siete sicuri che se aprono un albergo e assumono dipendenti,si guadagni tanto da potergli anche pagare lo stipendio e i contributi tutti i mesi?O voi credete ancora alle cattedrali nel deserto?
Chi risponde scriva cose reali,non quello che sarebbe bello vedere!

Anonimo ha detto...

Chi ha parlato di albergo perchè??